Sottotitolo: La guida definitiva per non buttare soldi in penne che non scrivono.
“Ma davvero serve regalare ancora quei gadget personalizzati? O stiamo solo sprecando soldi in oggetti che finiranno in fondo a un cassetto?”
Risposta secca: dipende. Dipende da cosa scegli, come lo personalizzi, quando lo consegni e a chi lo dai.
Un gadget può essere un fantastico strumento di branding oppure una pallida scusa per sentirsi “moderni”. Ecco come non cadere nella seconda categoria.
Un oggetto che si usa è un oggetto che si ricorda. Le penne personalizzate, ad esempio, sono ancora il gadget più efficace per costi, diffusione e impatto visivo.
Un brand green che regala gadget di plastica cheap? No grazie. Un’azienda tech che regala una penna con USB integrata? Sì, subito.
Logo nitido, colori del brand, packaging curato. Basta poco per fare la differenza.
Un gadget inaspettato, magari inviato a casa del cliente, fa più effetto di mille banner.
Tipo: portachiavi ingombranti, tazze troppo piccole, penne che non scrivono.
Se il logo è stampato male, se il gadget non ha nulla che lo distingua, è destinato all’oblio.
Un gadget per tutti = gadget per nessuno. Serve segmentare.
Distribuire 1000 penne a chiunque passi dallo stand? Molto rumore per nulla.
Un gadget personalizzato è uno strumento potente se pensato con testa. Può raccontare chi sei, farti ricordare, far sorridere e portare clienti.
Oppure può essere solo l’ennesima penna che non scrive.
A te la scelta.
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Gadget aziendali: branding strategico o spreco? Scopri come scegliere gadget personalizzati utili e memorabili (senza buttare soldi).